Wednesday, September 4, 2019

School Bureaucracy and The Art of Not Going Nuts

La burocrazia americana è famosa per essere snella e veloce, è però altrettanto famosa perché aderisce strettamente “al libro” come dicono qui. Per dirlo in altri termini si fanno in quattro per aiutarti ma deve essere tutto secondo le regole scritte, la nostra abitudine di chiudere un occhio non esiste.
Mi sono trovata davanti la montagna da scalare quando ho dovuto iscrivere mio figlio nella nuova scuola del nuovo stato, Alabama.
Il primo passo è stato chiamare la scuola che mi ha fornito un link con tutte le condizioni necessarie e sufficienti per poter poter procedere.
Questi sono stati gli step:
1. Registrare lo studente online
2. Dimostrare e/o registrare la residenza presso Auburn City Schools con documenti di acquisto, affitto o tasse, più una bolletta recente
3. Certificato di nascita
4. Vaccini registrati all’ufficio della Sanità della contea
5. Contatti della scuola precedentemente frequentata

Il punto uno non è possibile completarlo (in maniera onesta) senza il punto due.

Punto due, e qui viene il bello: noi abbiamo ancora la residenza in Georgia, non un problema se avessimo anche casa in Alabama, cosa che non abbiamo. Not yet.
L’ agente immobiliare ci ha suggerito di aggirare l’ostacolo iscrivendo il giovanotto come “senza fissa dimora” poiché non risultavamo credibili come lavoratori migranti; l’impiegata della scuola, inorridita, ha detto che la cosa migliore sarebbe stato prendere il domicilio temporaneo in un Extended Stay Hotel, un albergo a lungo termine.
Nella mia testa piena di rosei pensieri avevo già pianificato la strategia: partenza dalla Georgia verso le nove di mattina, due ore circa per arrivare, visto che l’ Alabama è un’ora indietro me la sarei presa con calma, ritiro della ricevuta dall’hotel, registrazione, consegna alla scuola e rientro a casa, semplice no?
Arrivo all’hotel con largo anticipo, naturalmente apre alle undici, quindi vado a fare un giro.
All’ora giusta entro pimpante alla reception, pago e chiedo la ricevuta, la signora, poco paziente:
- Sorry, devi aspettare fino alle tre per fare il check in
- Ma non mi serve fare il check in ora, mi serve la ricevuta
- Sorry, ti posso dare solo la ricevuta di prenotazione
- Vabbè, dammi quella.    ...’nnemmammarua...*
I miei piani sono saltati, entro in fase insetto impazzito che ronza avanti e indietro, qui direbbero running like a chicken with its head cut off, manca solo la musichetta di Benny Hill.
Arrivo all’ufficio delle scuole con la mia bella ricevuta e compilo un affidavit, l’ equivalente della nostra autocertificazione, consegno alla signora che dice:
- Sorry, quello che hai portato non è valido, mi serve un altro tipo di ricevuta
Spiego la situazione, la posso portare alle tre, però ho bisogno di consegnare l’affidavit alla scuola, prima che chiuda. La guardo con gli occhioni di Puss in Boots di Shrek, cede, mi fa un documento temporaneo per la scuola che completerà una volta avuta la ricevuta giusta.
Corro (corro è un parolone, la velocità in quella zona è 30 MPH) alla scuola, consegno i documenti spiegando la storia della residenza. Certificato di nascita ok, contatti scuola precedente ok, vaccini da registrare. Come da registrare?
Qui è stata colpa mia, credevo di essere a posto perché avevo sia il foglio dei vaccini rilasciato dallo stato della Georgia, sia quello del DOD, valido al livello nazionale, territori e installazioni. Speravo chiudesse il famoso occhio... niente.
Sempre cercando di battere il tempo sono andata all’ufficio della sanità della contea a registrare i vaccini. Arrivo e c’era una fila immensa, tantissimi bambini per ricevere le vaccinazioni e altri sfigati come me per registrare le vaccinazioni. Mio figlio, teenager intollerante che ancora non ha imparato a calibrare il volume della voce:
- Secondo te ci becchiamo qualcosa se entriamo in quella stanza con tutti quei bambini con il moccio? Non toccare le maniglie delle porte! Ewww!
Dopo aver aspettato per quasi due lunghe ore, accompagnate da lamentele del teenager e sguardi assassini e minacce poco velate alla sua incolumità da parte mia, arriva il nostro turno.
Mentre la signora trascrive i vaccini, squilla il mio telefono, è l’orso che mi chiede come stiano procedendo le cose, io:
- La gentile signorina che sta trascrivendo i vaccini ha quasi finito, appena ce ne darà una copia la potrò portare a scuola e intraprenderò il lungo viaggio verso la Georgia, sì, abbiamo fame e sete, per fortuna qui c’è un bagno...
La scena drammatica era per la gentile signora, l’avevo sentita poco prima che diceva ad un’altra persona che per avere una copia della registrazione si sarebbe dovuti tornare un altro giorno. Ha funzionato, ho avuto la mia copia immediatamente!
Nel frattempo si erano fatte le tre, tornata all’hotel ho ritirato la ricevuta, visto la stanza per avere un’ idea di come fosse, corsa (whatever) all’ufficio per emendare l’affidavit e poi ancora a scuola per consegnare l’affidavit e il certificato dei vaccini. Missione compiuta!
La prossima volta mi organizzerò per tempo. Eia.**


* metà di un insulto in lingua sarda particolarmente popolare
** Sì. In questo caso fortemente ironico

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